Se la svolta "progressiva" dei Black Country New Road non vi ha convinto potreste provare ad ascoltare il primo album dei caroline (scritto minuscolo, tanto per differenziarsi dalle altre 47 cantautrici che portano questo nome), band che come loro si muove in un contesto "post" e che prima di pubblicare il disco ha macinato singoli su singoli. Sono in otto (con tanto di violini, viola, tromba), vengono da Londra e suonano post-rock parecchio influenzato dallo slowcore, dal primo emo e dal folk.
Non sono per niente energici e infatti il 90% delle volte che ho ascoltato il disco mi sono addormentato: è stato però un sonno piacevole, piuttosto pesante e riposante. Ma penso che il trasportare l'ascoltatore in un mondo etereo sia anche uno degli obiettivi di questo lavoro e non lo ritengo per niente un'offesa, anzi.
E' un disco che non ho capito subito ma che pian pianino, un po' per curiosità e un po' per testardaggine, è entrato nelle mie corde. Vi deve piacere lo slowcore, la lentezza esagerata e le ripetizioni. Ma se siete lettori assidui di queste pagine sono elementi che dovrebbero far parte del vostro DNA.
[Dale P.]
Canzoni significative: Skydiving onto the library roof, Dark blue.
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