Luca Mai, Massimo Pupillo e Jacopo Battaglia sono di nuovo insieme sotto il nome "Zu". Dopo Carboniferous la band si sparse nel mondo, sopraffatta dal monolite che aveva creato. Problemi personali, voglia di sperimentare nuovi percorsi e semplice stanchezza misero fine ad uno dei progetti più interessanti che l'Italia abbia mai partorito.
Nel 2015 Luca Mai e Massimo Pupillo rimisero insieme i pezzi e realizzarono l'album "Cortar Todo" con l'aiuto di Gabe Serbian dei Locust. Era chiaro a tutti che la magia si era persa e che la montagna di Carboniferous non poteva essere scalata nuovamente. Poco dopo prendono in formazione Tomas Järmyr (del giro Motorpsycho) e con lui realizzano "Jhator". Due brani da 20 minuti in cui gli Zu si reinventarono completamente: ambient, folk, musica cerimoniale erano le caratteristiche del disco, non proprio quello che ci si aspettava dai re del jazzcore.
Con "Terminalia Amazonia" la direzione intrapresa non cambia: quattro brani, da dieci minuti l'uno, pensati come un unico flusso sonoro. I tre suonano esclusivamente synth analogici (EMS Synthi, OSCar, Roland System-100M, ARP 2600, Octave-Plateau Voyetra-8) e abbandonano i rispettivi strumenti (sax, basso, batteria). Scordatevi quindi le rasoiate avant-metal, le ritmiche storte, l'energia straripante. Il nuovo disco è archiviabile dalle parti dell'ambient e se potessimo inventare una definizione sarebbe "jungle-synth". "Jungle" non inteso come genere musicale ma come luogo di ispirazione e come ambiente in cui il disco ci trasporta. L'Amazzonia, infatti, è il terreno di mistero e riti tribali dove è stato pensato l'album. Producono le label "House Of Mythology" e "Archaeological Records", che sigillano un disco non facile.
"Terminalia Amazonia" mostra una band mai doma in grado di reinventarsi con gusto, competenza e, soprattutto, tantissimo coraggio.
[Dale P.]
Canzoni significative: Dimora Ancestrale, Memoria Antica.
|