Ho sempre pensato che nei Cave In il cantante Stephen Brodsky abbia tarpato le ali ad una band onesta nell'attualizzare e brutalizzare certe intuizioni anni 90. Tarpato portandoli in direzioni troppo "pop" per una scena che vuole sudore e urla.
Di contro ho sempre amato la figura del bassista Caleb Scofield utilissimo nel traghettare la band verso una direzione più ricercata, addirittura fondamentale per il colpo di coda nell'ultimo, validissimo, Perfect Pitch Black.
Caled si confronta con Santos Montano, già compagno negli Old Man Gloom, il primo supergruppo postcore con Aaron Turner degli Isis e Nate Newton dei Converge.
Ne viene fuori un disco per fan del gruppo madre (a dire il vero non molti), un po' scostante ma allo stesso modo libero di spaziare con intuizioni scontate, sempliciste o anche solamente diverse solo per il gusto di suonare.
Forse un disco inutile, ma bello, che testimonia la vitalità di una scena libera e vitale, i cui protagonisti sono mossi dalla semplice urgenza di suonare...
[Dale P.]
Canzoni significative: Levitate, The Blessing, Soon To Follow.
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