Agli esordi degli Zombi (2001) non esistevano ancora la retrowave, la synthwave e neanche la vaporwave. John Carpenter aveva appena fatto uscire "Fantasmi Da Marte" e a pochi interessavano le sue colonne sonore. I Goblin fuori dall'Italia erano ormai dimenticati e la italodisco era una vergogna del nostro paese. 20 anni dopo gli Zombi sono ancor qui, a fare dischi che non piacciono a nessuno, mentre tutto intorno le mode e la nostalgia hanno portato alla ribalta un suono sintetico che negli anni ha generato decine e decine di artisti più o meno di successo, colonne sonore patinate e dischi celebrati anche dai più scettici.
"2020" è l'anno che, per come si sta sviluppando, sta mettendo insieme distopie, fantascienza, cyberpunk, postapocalisse e quant'altro. E quale band migliore degli Zombi possono musicarlo? Curiosamente, Paterra e Moore, si presentano in versione heavy, in un ritorno alle origini inaspettato. A far da padrone sono i riff sabbathiani/sludge, mentre i synth spaziali sono messi in secondo piano. La tensione si fa quindi più terrena e meno sci-fi, al confine con lo stoner rock e certo post-metal ma con ritmi blandi da colonna sonora.
C'è da dire che Zombi hanno difficoltà a confezionare capolavori, sarà per colpa della formula o per precisa scelta stilistica, d'altra parte preferiscono sicuramente lavorare sull'atmosfera. Anche questo disco quindi è da consigliare più ai curiosi e ai collezionisti della band "minori" che a coloro che cercano l'hype a tutti i costi. Chissà se nel 2040 non verranno scoperti e finalmente capiti.
[Dale P.]
Canzoni significative: Thoughtforms, Breakthrough & Conquer.
|