Un disco che nasce già grande. Grazie ad un'attenta promozione il pubblico ha rizzato immediatamente le antenne per capire meglio questa nuova realtà. Chiariamo subito una cosa. Se fossero americani saremmo già a gridare al miracolo e ad inventarci scene inesistenti. Invece sono italiani e, magari, verranno tacciati di revivalismo. E', invece, un'opera coraggiosa e intelligente. Certamente derivativa ma confezionata in maniera elegante e che trasuda freschezza da tutti i pori. Viene in mente, per ragioni più o meno analoghe, l'esordio dello scorso anno dei Pecksniff. I nomi tutelari sono più o meno gli stessi ma con un punto d'arrivo leggermente diverso. Violent Femmes, Lou Reed e Pavement. Con questi tre nomi si spiega tutto il disco. Nel senso che, questo lavoro, è, per certi versi, superiore ad alcune loro opere. La struttura delle canzoni è sempre sbilenca, rumorini assortiti avvolgono ogni nota del disco, chitarre quasi mai distorte e voce educata. Definiamolo per comodità indie-rock ma questo è quello che dovrebbe essere IL rock, senza suffissi e prefissi... Splendida "Sweet Me" con gli amici Perturbazione che avvolgono di archi e poesia il brano. Dategli un'ascoltata potrebbe essere il disco che fa per voi!
[Dale P.]
Canzoni significative: Sweet Me, Sailing Song, Sober.
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