Da anni il post-metal è in cul-de-sac da cui sembra impossibile uscire. Tante belle produzioni muscolose, tante belle grafiche spaziali, tante pennatone di chitarra, tanti delay lasciati a creare pathos ma anche tanta inutilità. Un cul de sac che appassiona i fanatici ma che annoia tutti gli altri. Year Of No Light, al contrario, sono sempre stati un piccolo segreto che gli amanti del genere preferiscono non divulgare preservandone le peculiarità.
Due batterie, tre chitarre e un basso, nessuna voce. Personalmente li ho scoperti con l'ottimo "Ausserwelt", me li sono goduti dal vivo al Roadburn e ho apprezzato quando hanno sonorizzato "Vampyr". Il silenzio di circa 8 anni con cui si ripresentano dimostra come i francesi si siano fatti vivi per dire qualcosa di interessante.
"Consolamentum" è il classico disco post-metal che non uscirà dal giro dei fanatici, esattamente come i loro precedenti, ma è un ottimo disco post-metal. La band gioca molto bene con gli equilibri chiaro/scuri, forte/piano che dovrebbe essere il minimo sindacale per una band di questo tipo ma che, alla luce dei fatti, è il traguardo a cui tanti vorrebbero aspirare. La mancanza di voce alcune volte si fa sentire ma è anche vero che è preferibile rispetto al classico urlato senza senso o al depressone di turno.
Isis e Neurosis sono sempre lassù, irrangiungibili, ma poco sotto possiamo inserire senza problemi Year Of No Light, una band che in carriera ha saputo dosare con gusto gli ingredienti a sua disposizione. Per fare un nome: meglio dei Pelican.
[Dale P.]
Canzoni significative: Alètheia, Realgar.
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