I Texani Wo Fat si fecero notare nell'immediato post-big bang stoner dei primi anni 2000. Difficile trovare un disco meno che buono in una discografia ricca pubblicata dalle più blasonate etichette specializzate come Nasoni, Small Stone e Ripple. Chi li conosce porta nel cuore "The Gathering Dark", "Psychedelonaut", "Noche Del Chupacabra", "The Black Code", "The Conjuring" dischi che ogni amante dell'heavy rock psichedelico dovrebbe avere in collezione.
A ben sei anni di distanza dal precedente "Midnight Cometh" tornano e lo fanno per non lasciare prigionieri candidandosi tra gli album dell'anno fra le uscite di genere. Genere che, onestamente, ha perso parecchio dello smalto iniziale ed è anche per questo che è bello riascoltare Wo Fat. In un certo senso sono tornati per rimettere le cose a posto: riffoni super fuzzati, energia a palate, pennatone heavy, assolazzi e quella sana arroganza che gli permette di scrivere brani che minimo durano 7 minuti e 40 e al massimo 16 e 30. C'è tanta ciccia e tanto godimento: si sente il calore del sud degli States, la birra, il whisky, i peyote e le macchine lanciate a tutta velocità nel deserto. In una parola: goduria. Ciliegina sulla torta: il concept generale dei testi è vagamente fantascientifico.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Unraveling, Orphans Of The Singe.
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