Dischi di questo tipo solitamente suscitano entusiasmi esagerati alle prime notizie, che aumentano ancora all'ascolto dei sample sparsi come ami per i fanatici del tutto e subito. Ai primi ascolti l'euforia e' tale che sentire semplicemente che "esiste" non ti fa capire assolutamente niente.
Qui dentro ci sono due Sleater Kinney, quelle meno integraliste e piu' radicate nel tessuto indie americano ovvero Carrie Brownstein e Janet Weiss. Aggiungiamo Mary Timony che negli anni 90 ci ha fatto sognare con Autoclave e Helium. Come ultima ciliegina troviamo Rebecca C. Cole dei Minders.
Supergruppo e superdonne.
Wild Flag e' pero' un disco "semplicemente" rock. Ovvero poco romantico, per nulla delicato, rumoroso, leggermente cacofonico. Il problema di questo disco e' far capire quanto ci manca Corin Tucker, l'anima avventurosa e meno incline ai compromessi, piu' vera. Senz'altro quella con piu' cose da dire: ascoltate l'intimo disco solista uscito quest'anno.
Wild Flag negli anni 90 non sarebbe stato degnato di attenzione, come accadde con la piccola perla a nome Cadallaca con Corin e Sarah Dougher, che vi consigliamo di recuperare. Nel 2011 fa una buona figura ma non eccelle. Come se l'urgenza di avere una band fosse venuta meno. Come se le ragazze ora quarantenni abbiano tecnicizzato il loro fare rock dopo anni di palchi, studi e canzoni.
Un disco "carino", da cui ci si aspettava tanto. Forse la presenza di Corin Tucker.
[Dale P.]
Canzoni significative: Romance, Boom, Electric Band.
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