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Il recente "Old Star" dei Darkthrone è un disco che rispolvera il metal estremo e il doom degli anni 80 per costruire nuovi brani di malvagio black metal primordiale. I tedeschi Werian in un certo senso hanno la stessa intuzione ma facendosi ispirare da musica relativamente più moderna pur mantenendo quel gusto marcio e putrescente presente nel disco di Fenriz e Nocturno Culto. "Animist" è composto da tre lunghi brani (tutti abbondantemente sopra i 10 minuti) con suoni e strutture piuttosto particolari. Ad esempio l'iniziale "Hex" potrebbe essere un brano degli Om se fossero venuti su a pane e Mayhem: riff circolari, lento crescendo doom/sludge ed esplosioni black metal. "Blade of Heresy" inizia con una lunga intro arpeggiata per poi deflagare in un marcissimo riff metal/punk con voce sepolcrale. Alcuni stacchi quasi "alternative" (?) porteranno ad una divagazione strumentale pseudo prog con basso in evidenza che sfocia nel classico riff black metal di scuola Euronymous. E non è ancora finito: la seconda parte comprende una lunga meditazione psichedelica con crescendo alla Hawkwind che termina in furia cieca metal/punk! Pensate che questo minestrone possa suonare indigesto? Forse al primo impatto, ma "Animist" vi catturerà ascolto dopo ascolto con la sua atmosfera malsana e la sua palese originalità. Un piccolo classico estremo di questo 2019. Ovviamente registrato in presa diretta completamente in analogico.
[Dale P.]
Canzoni significative: Hex, Blade Of Heresy, March through Ruins.
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tAXI dRIVER consiglia
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