Probabilmente i black metallari duri e puri ignoreranno questo disco, che fin dalla copertina non è fatta per attrarre simpatie. E forse proprio per questo racchiude l'essenza ribelle del black metal: la bandiera dell'Azerbaijan con sfondo l'arcobaleno simbolo dei diritti LGBTQ. Cosa c'è di più lontano dall'estetica nordica e nazi della media dei gruppi del genere?
Infatti anche musicalmente siamo lontani dai Darkthrone. Il sound sviluppato da Emin Guliyev attraverso un non precisato sistema di generazione di musica tramite intelligenza artificiale è vicino al black-gaze e non disdegna parti prese dal folklore locale ed elettronica black moderna.
"Empire Of Love", oltre a trattare temi "ribelli" e terreni (lavoro, diritti, sessualità) trasporta l'ascoltatore in uno strana dimensione ibrida in cui il black metal è una musica di speranza e di fiducia. Al di là della stranezza che accompagna l'ascolto del disco ci troviamo di fronte a idee che funzionano in modo fluido e mai forzato. Emin Guliyev è un piccolo genio, che probabilmente non riceverà mai l'attenzione che si merita ma che non è tanto lontano da un altro personaggio fuori dai canoni come Hunter Hunt-Hendrix.
Ah, è pure scaricabile gratuitamente da bandcamp.
[Dale P.]
Canzoni significative: Pride, We Met During The Revolution.
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