A piccoli grandi passi i Valerian Swing, da Correggio, cercano di dire la loro in un ambiente che in Italia stenta a trovare visibilita' e pubblico.
Con questo "A Sailor Lost Around The Earth" la band emiliana dimostra di voler fare le cose in grande: prodotto da Matt Bayles (Isis, Mastodon) al Red Room Studio di Seattle, fin dalle prime note non tradisce la volonta' di lasciare un segno nella scena hardcore/progressive. I primi secondi del disco (Dr Pengle, s There) ricorda l'approccio jazz destrutturato dei compianti Ephel Duath, ma dopo pochi attimi e' chiaro che la ricetta ha decisamente un altro sapore: momenti riflessivi post-rock (o post-metal contando l'irruenza generale), scariche strumentali decisamente poco muscolari (ovvero niente fastidiosi chitarroni ipercompressi) ma capaci di stordire per varieta' e funambolismo. Lasciano perplessi i rari momenti cantati: troppo "emo" e poco incisivi, ma essendo pochi sprazzi qua e la non danneggiano il risultato finale.
Se vogliamo trovare un difetto, in una formula che in realta' va supportata anche solo per l'impegno di non suonare mai banale, e' l'eccessiva volonta' di stupire sacrificando la forma canzone, facendo perdere la volonta' iniziale di tuffarsi in un piatto piuttosto variegato capace di ospitare sia riff da headbanging che momenti introspettivi piuttosto contorti.
"A Sailor Lost Around The Earth" e' un disco che piacera' agli amanti di Dillinger Escape Plan, Giant Squid, Mr Bungle e coloro che si sentono orfani degli Ephel Duath e ci consegna una band assolutamente da seguire in futuro.
Piccola aggiunta sul valore live : assolutamente di alto livello e capace di lasciare i presenti a bocca aperta. Non perdeteli soprattutto in questa veste!
[Dale P.]
Canzoni significative: A Sea In Your Divine Fast, Pleng.
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