American Standard ha avuto una genesi decisamente travagliata, impiegando circa due anni per essere terminato. E' stato un lavoro complesso e senza dubbio personale che ha messo a nudo le debolezze del cantante Michael Berdan, malato di bulimia nervosa fin da adolescente. Un disco potente anche per l'ascoltatore che si è ritrovato fin da subito gettato in un incubo rumoroso magmatico e soffocante.
Nightmare City è un compendio, un fratello gemello, una mutazione di quel lavoro. Ne è l'opposto pur condividendone la struttura. La prima grande differenza è che è totalmente strumentale. Quindi niente voce schizzata e paranoica. La seconda è che non è suonata in versione "rock" ma con synth, lap steel, pianoforte ispirandosi al suono etereo dei Tangerine Dream. Operazione che mi fa venire in mente due band. La prima sono i King Gizzard & The Lizard Wizard che lo scorso anno pubblicarono due dischi apparentemente opposti (uno metal, l'altro elettronico) che però contenevano le stesse canzoni con vestiti diversi. La seconda sono i Blood Incantation (o, se preferite, i Wolves In The Throne Room) che dopo un disco violento ne hanno pubblicato uno solo ambientale.
Il risultato è ovviamente straniante e opprimente vicino alle sperimentazioni dark ambient degli anni 90 di scuola Cold Meat Industry ed Earache e amabile anche da chi adora la letargia di Earth, Kevin Martin e Bohren & Der Club Of Gore.
[Dale P.]
Canzoni significative: American Standard, Clemency.
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