Tornano Greg Dulli e le sue storie di sesso, passione, alcol e quartieri malfamati. I suoi Twilight singers si ripropongono nel loro stile più classico, abbandonate momentaneamente collaborazioni, ospiti e cover varie. Ma neanche stavolta potremo gridare al capolavoro. I pezzi ci sono, eccome, struggenti al limite del melenso, contaminati come sempre dal soul, dal funk, dalla musica italiana. E lui pure, con la sua voce da intenso e pungente Gentleman metropolitano (impossibile evitare questi luoghi comuni, il personaggio vuole a tutti i costi apparire tale e la cosa riesce bene). Tutto ok, dunque. Una collezione di buone, ottime songs, come 'Underneath the waves', o 'Bonnie brae', ottimamente progettate e interpretate. La commovente titletrack ha tutte le coordinate per competere con 'Be sweet' o 'Conjure me'.
E invece no, qualcosa non va proprio. Da subito.
La produzione è a dir poco scadente e confusa, e fa sembrare 'Blackberry belle', il precedente lavoro (già criticato per questo motivo), un capolavoro di ingegneria del suono. Capiamoci: ci sono ottimi dischi lo-fi in circolazione, ma il progetto in questione necessita di una cristallina, doverosa perizia sonora. Chitarre, basso, batteria (a volte elettronica), fiati, pianoforte, archi, voci e cori tutto in simultanea non li fai a casa con Cubase. E poi i dischi degli Afghan whigs, anche i primi, ci avevano abituato ad un buon sound. Sia maledetto l'inventore dei compressori! Ad aggravare la situazione un sovrarrangiamento generale, soprattutto laddove la musica si fa più spessa e ritmata: ci sono momenti in cui non si capisce cosa fanno le chitarre... Insomma, è difficile stabilire la vera causa del mancato decollo di questi undici bei pezzi: un cattivo studio di registrazione o un eccesso di rifinitura?
Se queste vi sono sembrate chiacchiere inutili, aggiungete pure un punto e mezzo. Io purtroppo ho quel pizzico di amaro in bocca che guasta le cose più raffinate.
[Morgan]
Canzoni significative: There's been an accident, Underneath the waves, Powder burns
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