Sei uno dei migliori cantanti al mondo e una delle più grosse teste di cazzo della scena musicale. Sei senza un gruppo, Afghan Whigs, che, tra l'altro, ha sfornato uno dei capolavori massimi del decennio scorso (quel Gentlemen che dovrebbe essere in ogni casa). Hai bisogno di soldi. Devi andare in tour. Cosa fai? Ti chiudi in casa, o in studio (spesso è la stessa cosa), chiami qualche collaboratore, qualche amico e usi un po' di furbizia. La mia voce è bella?? Bene, sarò apprezzato cantando qualsiasi cosa. Il chè è anche vero ma, sinceramente, sà un po' di autocelebrazione. Volete che vi dica una cosa: mi mancano gli Afghan Whigs. E ve ne dico un'altra: non c'è assolutamente bisogno di un disco solista di Greg Dulli. Per qualche motivo: fa pesare maggiormente che gli "afgani" non ci sono più, la sua voce la conosciamo così bene che non ne abbiamo nostalgia, il totale abbandono del rock in favore di un soul super-mega prodotto e sovra-arrangiato. C'è bisogno che ogni canzone abbia 500 strumenti che si coprono l'un l'altro solo per enfatizzare la voce??? Se c'era una chitarra acustica e la voce di Greg sarei stato più felice. Molto semplicemente non mi piacciono questi strati di suoni che alla lunga stancano e risultano inutili. Un sacco di elettronica usata senza criterio, aggiungendo e mandando in palla le orecchie del povero ascoltatore. Sicuramente qualcuno lo troverà stimolante, geniale e in linea con le esagerazioni oltre misura del buon Greg. Ma vi prego, datemi un disco degli Afghan Whigs. O un disco di duetti con Mark Lanegan. L'unica cosa che si salva del disco, infatti, è la finale "Number Nine" con ospite l'ex Screaming Trees.
[Dale P.]
Canzoni significative: Number Nine.
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