Se dici Georgia nel 2008, pensi a quel laboratorio di ricerca sul metal che e' la scena composta da Mastodon, Baroness e Kylesa. Band avanti 10/15 anni rispetto a tutte le altre da cui speriamo prendano ispirazione le nuove leve che vogliono approcciarsi al genere.
Dello stesso giro, decisamente piu' sfigati ma in realta' provenienti da Miami, sono i Torche i quali fanno la stessa figura che facevano i Cave In nel giro Isis/Converge: ovvero i fratellini un po' ritardati ma da coccolare e da perdonare pur non partecipando attivamente al gioco postcore.
I Torche, come i Cave In, suonano come i gruppi dei loro amici ma con notevoli iniziezioni di alternative rock anni 90. Quindi senza quelle ispirazioni settantiane/psichedeliche dei fratelli maggiori (quindi piu' avanti? o banalmente ancora indietro nella ricerca filologica?) sostituite da forti dosi di Floor (da cui proviene parte della formazione), Helmet, Meat Puppets e Melvins. Ovvero il gotha alternative rock degli anni 90.
Il rischio, come successe per la band di Stephen Brodsky, e' di assomigliare a tutto e a niente ma soprattutto di lasciarti l'inevitabile sensazione di trovarci di fronte a dei Foo Fighters piu' underground.
Quello che mi rende i Torche simpatici e' proprio quell'inserirsi in un genere di frontiera: incapaci di farsi amare dagli avanguardisti e inascoltabili per gli alternativi da stadio.
Una band che non passera' alla storia ma che verra' ricordata con affetto come succede per tante band inutili del passato...
[Dale P.]
Canzoni significative: Meanderthal, Across The Shield, Healer.
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