Tornano a quasi due anni di distanza Mike Patton, Duane Denison, Kevin Rutmanis e John Stainer, ovvero i Tomahawk. E tornano alla grandissima, schiacciando l'ascoltatore con "Bird Song" dove canti di uccelli si mescolano a chitarre lancinanti. E' sempre lo stesso suono destabilizzante, quello che parte dai Jesus Lizard e arriva ai giorni nostri. Patton si mostra più a suo agio nel seguire le follie del gruppo. Il suono cresce pian piano, come se stesse per avvertirti che qualcosa sta per accadere, poi arriva lo schiaffo, e non è leggero. E' quasi un pugno, se non fosse attraversato dalla bellezza della voce, farebbe molto più male. Ma le implosioni, le divagazioni, le violenze non aiutano l'ascoltatore che una volta messo il CD nel lettore non trova vie di fuga. Si trova bloccato ad ascoltare questi quattro pazzi (che ricordiamo arrivano da alcuni dei migliori gruppi della fine degli anni 80/inizio 90: Jesus Lizard, Faith No More, Cows e Helmet), che si dilettano a trasformare in musica i loro peggiori incubi. E come un incubo vi troverete da un punto all'altro senza un perchè e spesso senza una logica, vi troverete nella pace e poi nella paura, vivrete terrorizzate con il timore che possa accadere qualcosa. Ascoltatevi "I Can't Win" sorta di incubo alla Bad Seeds con un Mike Patton schizzato e in impegnato a sentirsi come un Nick Cave schiavo dell'eroina, mentre il gruppo si butta in follie noise per poi cullarvi in una ninna nanna depravata. Non mancano accenni all'elettronica (Capt Midnight sembra una canzone dei Massive Attack) e a cose demenziali (Desastre Natural). Fino all'uscita del nuovo dei Fantomas (settembre) per me è il disco dell'anno.
[Dale P.]
Canzoni significative: Rape This Day, I Can't Win
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