Metallica in versione southern o ZZ Top induriti all'eccesso? Sembra essere questo il nuovo corso dei texani The Sword che si ripresentano al pubblico dopo l'interessantissimo esordio "Age Of Winters" (2006) – molto doomy - ed il successivo "Gods Of The Earth" (2008), nuova frontiera epic di questo millennio.
"The Warp Riders" invece resetta quasi tutto e spinge l'acceleratore verso le sonorita' piu' autentiche del blues naturalmente appesantite da accattivanti chitarre pur senza tralasciare riusciti fraseggi melodici. Infatti dopo la robusta intro "Archeron, Unearthing The Orb", incontriamo "Tres Brujas", chiaro richiamo alla band di Billy Gibbons (texani pure loro) ma come fosse suonata dai Four Horsemen. Stessa sorte per "Lawless Lands"; qui la presenza del famoso trio di Houston si fa piu' invadente ma viene accompagnata da un organo contagioso e da una voce sottilmente nasale simile al primo Ozzy solista, particolare questo che troveremo un po' in tutto l'album.
Altrove si respirano le consuete scorribande metalliche con qualche piglio stoner che il gruppo non ha completamente abbandonato. E' il caso della potente "Arrows In The Dark", forse il brano che piu' ammicca con il passato; oppure l'heavy di impronta sudista "Chronomancer I: Hubris", probabilmente l'episodio meglio riuscito, ben strutturato e convincente fin dal primo istante.
Piace anche la title-track, con un andamento in bilico tra passato, presente e, perché no, futuro. Oltre tutto il gruppo e' altresi' un grande estimatore di tematiche fantasy e mitologiche e "Warp Riders" e' proprio una specie di tributo al mondo dei fumetti e della fantascienza.
Il lavoro nel complesso scorre via liscio come l'olio risultando gradevole e coinvolgente anche se leggermente inferiore ai precedenti.
Gli Sword sembrano dunque pronti per il grande salto, quello della conquista di un pubblico ancora piu' vasto. Largo allora agli alfieri del nuovo metal a stelle e strisce.
[Cristiano Roversi]
Canzoni significative: Arrows In The Dark, Tres Brujas.
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