Come per tanti, tra la metà degli anni 90 e i primi anni 2000 i Radiohead furono nella mia top10 delle band preferite. Nell'intervallo tra The Bends (1994) e Amnesiac (2001) non sbagliarono una canzone, un'idea e il modo di comunicare quegli anni di transizione di millennio. I Radiohead traghettarono l'alternative rock dalle chitarrone noise-grunge al post-rock elettronico non perdendo mai di vista la missione di scrivere canzoni indimenticabili. Poi, diciamolo chiaramente, il mondo si stufò di loro e pure loro portarono avanti la baracca sempre più pigramente.
Sono passati sei anni da "A Moon Shaped Pool", ultimo lavoro dei Radiohead e sono sicuro che ne dovranno passare ancora molti altri per avere un seguito. Johnny Greenwood ormai è un apprezzatissimo autore di colonne sonore, Thom Yorke ogni tanto fa uscire un disco solista mentre gli altri si godono il loro essere gli elementi meno appariscenti della band. Non a caso proprio Thom e Johnny tornano a collaborare nei The Smile, progetto che condividono con Tom Skinner, batterista dei Sons Of Kemet e session man piuttosto hype.
The Smile poteva essere un disco dei Radiohead? Certo: i due elementi principali sono in ottima forma e il "nuovo" Tom è una furia. Alcune canzoni sono fantastiche e altre probabilmente hanno solo bisogno di tempo e ascolti per diventarlo. Non aspettatevi rivoluzioni o evoluzioni: non è più tempo e direi che i nostri hanno già dato abbastanza. Però su 13 brani tanti sono veramente ottimi e piacevoli da ascoltare e riascoltare, ovviamente a meno che non siate degli hater della band madre. In quel caso passate oltre. Chi, come me, ha amato la band negli anni d'oro non potrà che sorridere piacevolmente all'ascolto di "A Light For Attracting Attention".
[Dale P.]
Canzoni significative: The Smoke, You Will Never Work In Television Again.
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