Il drone metal è un genere che nasce come musica inascoltabile alla pari del contemporaneo svilupparsi del grindcore e del death metal. Non è musica fatta per piacere ma per creare un muro (di suono) tra il musicista e l'ascoltatore. Earth 2 non è un bel disco in sè ma è una grande performance che annichilisce le orecchie dell'ascoltatore, esattamente come i primi lavori di Boris e Sunn O))). Negli anni il genere ha perso quella patina di disgusto verso il mondo perdendo la radicalità della proposta e riuscendo a trasformare dei bordoni chitarrosi in musica da intellettuali. Non che sia necessariamente un male, Dylan Carlson, Wata e Greg Anderson sono invecchiati e sarebbe stupido che continuassero ad avercela con la società.
Greg Anderson però deve avere un po' di malinconia per quel periodo perchè questo "Forest Nocturne" a nome The Lord riprende un po' quel fastidio che provavamo ai tempi. L'esordio solista di Greg mette insieme drone metal e atmosfere ambient elettroniche ispirate a John Carpenter. Il risultato non è piacevole, riuscendo nell'intento di creare un disco "horror" grazie a suoni grezzi e idee grossolane ma sincere. Per essere chiari: c'è differenza fra la mano di Anderson e quella del suo socio O'Malley. Se quest'ultimo è raffinato e colto Anderson è l'anima "death metal", grezza e lofi. I riferimenti sono banali (in Lefthand Lullaby II sembra di ascoltare i Goblin che suonano sopra ad un disco dei primi Earth) e verso la fine si toccano vette di fastidio con la presenza disturbante di Attila.
E' quindi un obrobrio? Si, ma nel modo "drone metal": suona fastidioso, senza compromessi nè strizzate d'occhio. Sembra un disco suonato da un adolescente. E ad un uomo di 52 anni, all'esordio da solista, non si può fare un complimento migliore.
[Dale P.]
Canzoni significative: Lefthand Lullaby II, Old Growth.
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