I Thank da Leeds si muovono sulla scia di gruppi come i Girl Band (ora Gilla Band) per impreziosire con scelte più ardite (c'è una buona dose di noise rock fine anni 80) la scena del revival post punk già palesemente satura di cloni di cloni di cloni.
Dopo i due ottimi ep Sexghost Hellscape (2017) e Please (2019) raccolti su Thankology (2021), arriva finalmente l'album di debutto. Le 9 tracce ci trasmettono la disperata tentazione di adeguarci a quella "sconsiderata crudeltà" che la società ci riversa addosso ogni giorno.
I Thank sembrano volerci dire che l'alienazione ed il disincanto si abbracciano: l'unica possibilità è lasciarsi trascinare dalla corrente, probabilmente contro un muro. Suoni scarni, voce scazzata, ritmica base e assillante, distorsioni indigeribili.
Mi vengono in mente i primi Cop Shoot Cop (quelli di Shine on Elizabeth), i Cows, gli Scratch Acid, gli Stabscotch. Anche l'obliquità dei Thinking Fellers Union Local 242.
Tutta roba buona.
Grandiosi.
[Fabio Botta]
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