Approcciare un disco dei Neurosis o quello di uno dei suoi componenti è sia un piacere che una fatica. Il piacere di ascoltare musica interessante, mai banale, intensa e ricca di significati. La fatica di uscirne a pezzi, con un umore non proprio solare e l'interrogativo se volerne ancora o non ascoltarla mai più.
Ecco perchè ho imparato ad approcciare i loro lavori con calma, un poco alla volta, giudicandoli solo dopo averli metabolizzati.
Siamo quasi tutti d'accordo che Steve Von Till è il membro più interessante del progetto Neurosis, molto più del compagno Scott Kelly il quale è talvolta talmente parossistico da sfiorare la macchietta. Steve sa dosarsi, ragiona su ascolto molto dilatato e, soprattutto, più spirituale.
Tutto questo preambolo per dire che da Agosto a oggi (Febbraio) ho ascoltato questo disco con calma, con l'approccio da "singolo" e non da disco completo. Certo, non si parla di Dua Lipa o Beyonce: esattamente l'opposto. Ogni canzone del disco, però, è talmente ricca da soddisfare l'ascoltatore. Non perchè sia piena di arrangiamenti, virtuosisimi o chissà che barocchismi. Sono ricchi di intensità e poesia, nella consueta sensibilità da uomo vissuto. Un po' un papà, un po' uno zio, un po' l'eremita della montagna.
Ascoltatelo con calma, magari non nelle giornate di sole.
[Dale P.]
Canzoni significative: Shadows On The Run, Dreams Of Trees.
|