Non fatevi ingannare dal titolo. Qua di blues ce n'è poco. Ma conoscendo Steve Earle non è una novità. Più vicino a Bruce Springsteen che ai vecchi bluesman, Steve si fa amare per le sue canzoni tipicamente americane con alcune sfuriate elettriche (che ad alcuni critici hanno ricordato i Nirvana, a me non tanto ma visto che esiste una versione del disco con la cover di Breed forse dovrei ricredermi), ballate e canzoni da viaggio nelle highway statunitensi.
Canzoni come la title track sanno toccare le corde giuste per farci sentire un po' malinconici. Il disco è infatti intriso di una certa malinconia di fondo (per questo il riferimento al blues del titolo) che è l'ideale per accompagnarci nelle tristi giornate invernali, un po' meno per quelle estive.
Ma questo è poco importante. Infatti il disco è pieno di canzoni magnifiche (sempre che apprezziate un determinato tipo di rock), ecco le prime che mi vengono in mente: la già citata Transcendental Blues, This Town, la tranquilla I Can Wait, le divertenti Steve's Last Ramble e The Galway Girl e la toccante Lonelier Than This. In tutto il disco svetta la splendida voce di Steve, capace di dare alle canzoni una marcia in più e di far passare sopra ai difetti di una band non certo incredibile (non sono certo gli Heartbreakers o la E-Street Band).
Concludendo: un grandissimo disco, consigliato agli amanti del classic rock, a tutti quelli che aspettano da troppo tempo un nuovo disco di Bruce Springsteen e tutti quelli allevati negli anni 80 da Tom Petty. Gli altri lascino stare. Ma sappiano che si perdono della gran musica.
[Dale P.]
Canzoni significative: Transcendental Blues, This Town, All Of My Life.
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