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L'importanza dei Pavement nella musica è indubbia. Senza di loro non esisterebbero non decine ma migliaia di gruppi. Partendo dai Blur. Per arrivare ai Sebadoh. In pratica tutto il movimento lo-fi non esisterebbe. I Pavement erano capaci di canzoni splendide e mai banali eppure tipicamente pop. Se il mondo girasse dal verso giusto avrebbero venduto milioni di copie e sarebbero tutt'ora ai primi posti di tutte le classifiche. E invece ci teniamo Britney Spears e i Backstreet Boys, mentre Stephen Malkmus (ex leader dei Pavement) si deve accontentare di girare per gli States in compagnia del suo nuovo gruppo (non prima di aver saldato il debito con i Blur rubando a Damon la ex ragazza: Justine leader delle Elastica). Dopo questo lungo preambolo la recensione del disco sarà veramente breve e si riassumerà in pochi concetti: chi ha amato i Pavement deve comprare questo disco visto che sviluppa le intuizioni degli ultimi dischi del gruppo e forse riesce a migliorarne alcuni aspetti (melodie meno scontate e un lavoro chitarristico più evoluto). Chi non conosce i Pavement deve iniziare a nascondersi e chiedere sottovoce (per non farsi scoprire dalle persone presenti nel negozio e cercare di evitare quindi brutte figure) "Crooked Rain, Crooked Rain". A quel punto non uscirete più di casa per diversi giorni. Starete ore ad ascoltare quelle strane melodie, quei rumori, suoni e suggestioni che anche il disco di Stephen riesce a trasmettere. A questo punto mi viene il sospetto che i Pavement fossero, in realtà, solo lui!
[Dale P.]
Canzoni significative: Jo Jo Jacket, Church On White.
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