Tanti anni fa ero ad un festival in cui gli headliner erano i Meshuggah. Poco prima di loro suonarono i Lacuna Coil che vennero insultati per tutta l'esibizione. Certamente la band di Cristina Scabbia è lontana dal "true metal" ma anche gli svedesi non è che siano così puri, anzi, la loro chitarrona a 8 corde ha influenzato quel sottogenere molesto del metalcore chiamato djent.
Passati gli anni la tecnica dei Meshuggah e la melodia gotica dei Lacuna Coil non è più un binomio tanto azzardato: basta prendere i lanciatissimi Jinjer per avere un eccezionale esempio. Gli Spiritbox mettono maggiormente in luce il lato "alternative metal" (quindi più Evanescence che Lacuna Coil) e lo innestano con i chitarroni metalcore e qualche svisata prog. Incredibilmente, ma neanche tanto, il risultato funziona. La bellissima voce di Courtney LaPlante riesce a mettere ordine al tappeto di note e notine fregandosene di dare un'interpretazione schizzata, tipica del genere (infatti "Yellowjacket" con alla voce Sam Carter degli Architects è il momento più debole del disco per i miei gusti).
Ovviamente per apprezzare un disco di questo tipo dovrete essere avezzi ai nomi indicati sopra ma bisogna essere onesti: "Eternal Blue" è un gran bel disco. Ah praticamente Spiritbox sono il proseguo dell'avventura Iwrestledabearonce (mai troppo piaciuti).
[Dale P.]
Canzoni significative: Sun Killer, Secret Garden.
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