L'esordio dei Soundgarden avviene in un momento fertile per la scena di Seattle. I Soundgarden sono uno dei nomi caldi. Il drumming forsennato dell'ex Skin Yard Matt Cameron, la chitarra impazzita di Kim Thayl, il basso potente di Hiro Yamamoto (l'unico membro che dopo qualche anno se ne sarebbe andato), ma, soprattutto, la voce senza limite di Chris Cornell stanno facendo parlare di sè. E già da questo fulminante esordio si capisce di che pasta sono fatti i Soundgarden (il nome deriva da una scultura presente a Seattle). Il già chiacchierato suono che mescola Black Sabbath a Led Zeppelin (le chitarre dei primi uniti alla voce dei secondi) all'irruenza del punk, in questo disco, è già plasmato e a fuoco. Ascoltate l'iniziale "Hunted Down" o "Nothing To Say". O la funky "Little Joe" (i Faith No More sono tutti qua!), l'hardcore "Tears To Forget", e le più "tradizionali" "Entering" e "Hand Of God". Sono solo sei brani ed entreranno tutti nella storia della band. Così come il nome Soundgarden entrerà in quella della musica. Non potete perderlo per capire cosa succedeva nella Seattle del 1987.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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