C'è un momento preciso in cui i Sonic Youth da band underground per eccellenza divennero i mostri sacri dell'alternative rock. Questo momento si chiama Dirty. Era il 1992 e il disco fu confezionato in maniera illuminata. Per vendere e non per tradire. Allora, prendete il retro del CD: Kim Gordon in occhiali scuri e capello liscio non è mai stata così sexy. Lee Ranaldo con una camicia di flanella ("I Sonic Youth fanno grunge" quante volte l'avrete sentita questa cazzata, più o meno 10 anni fa??), Steve Shelly magro e carino e Thurston Moore che sembra uscito da un gruppo punk/wave. Questi sono proprio fighi. Per la prima volta li vedevamo e, spesso, prima di comprare un disco si cercava di capire a chi destinavamo i nostri soldi. Ma ve lo ricordate? L'era in cui internet non esisteva. L'era in cui le etichette indipendenti erano distribuite malissimo e dovevi impazzire per trovare un disco. L'era in cui per ascoltare un nuovo gruppo dovevi affidarti al caso. Dirty, ormai l'avrete capito, è stato il mio primo approccio alla band. Ci penso un attimo, leggo che è prodotto da Butch Vig e mixato da Andy Wallace: "dai, cazzo, sarà come Nevermind!!"
Per quanto la critica possa snobbare questo disco perchè un po' ruffiano e non troppo rappresentativo della band, la mia generazione ha avuto bisogno di questo disco. Era la scelta indie o mainstream. Ovvero i Nirvana furono un caso o c'è veramente un mondo inesplorato? Ed era la prima volta che potevo ascoltare gente che faceva certe cose con i suoni. Le chitarre, la batteria, il basso, ma anche la voce. Per questo ad un ragazzo "vergine" di stranezze consiglio assolutamente questo album. Imparerà ad apprezzarle.
Ma, aldilà dell'esperienza personale, questo disco risulta un monumento agli anni 90, ad una forma canzone rumorosa ma breve e incisiva, senza orpelli intelluttuali (quelli sarebbero arrivati poco dopo) fatta per essere suonata live. Certo, i Sonic Youth degli anni 80 sono stati più importanti e sperimentatori ma questo Dirty è la sintesi di 10 anni di carriera. E' come se nei dischi precedenti i nostri buttassero giù le idee in varie forme e poi le avessero sintetizzate qua dentro.
Se avete tempo per ascoltarlo scoprirete un album di 15 canzoni, 60 minuti e non un attimo trascurabile. Da segnalare la partecipazione di Ian McKaye in Youth Against Fascism e la cover di Nic Fit degli Untouchables. Ovvero: siamo sia mainstream che indie. Certo, dopo tutti questi anni, il disco ha perso il suo senso, per fortuna anche nei supermercati trovi dischi di etichette indipendenti e ascoltare i Sonic Youth non fa più figo. Ma se non avete ancora questo disco fatelo vostro. Ci sarà un motivo se, ultimamente, è in vendita pure in versione deluxe!!
[Dale P.]
Canzoni Significative: tutte.
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