Quando nel 1999 uscì "Knock Knock", ottavo album di Bill Callahan, ovvero Smog, ne rimasi distante. Fu a causa di una copertina agghiacciante e di un genere che in quel periodo non mi attraeva. L'ho scoperto pian piano e finalmente a vent'anni dalla sua uscita posso dire di amarlo. Intanto parliamo della copertina: c'è un gatto e un fulmine.E' un riferimento a Cat Power? Bill scrisse l'album dopo che fu lasciato da Chan Marshall: i due convivevano in una casetta in campagna e avevano grandi progetti, ma Cat Power lo abbandonò dall'oggi al domani. Bill non è un allegrone di natura, figuriamoci dopo un duro colpo come quello. "Knock Knock" è però un disco che segna anche una svolta meno lofi rispetto ai lavori precedenti (pur mantenendo un approccio sbilenco e imprevedibile). Addirittura si fanno larghi arrangiamenti sofisticati, archi e cori. Ma soprattutto una firma che deve tanto a maestri come Bowie, Lou Reed e Young più che a Pavement e Pastels.
"Knock Knock" dopo 20 anni è ormai considerato un classico, degno di ristampe deluxe e remaster prestigiosi. Ha la grandezza e l'autorità degli album degli anni 70. Tutto ciò è possibile per l'elevata qualità delle canzoni qui contenute e di un approccio scarno ma sincero.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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