Degli anni ottanta, nel campo musicale, si salva poco. Ma gli Smiths, assieme a poche altre genuine bands, sono uno di quei gruppi di cui non si può che parlare bene. Non di tutto quello che hanno fatto (soprattutto i dischi non sono tutti indimenticabili) ma di molte loro cose. Innanzi tutto i singoli. Forse il lato più forte del gruppo. Poi questo "The Queen Is Dead" il vero capolavoro del gruppo. La coppia Morrisey/Marr non è mai stata così in forma. Le efficacie melodie create dal chitarrista si sposano alla grande con i testi cupi e tristi di Morrisey. I testi sono forse la cosa migliore (vi consiglio una lettura) ma le canzoni sono tutte indimenticabili. Si parte con la lunga title-track. Completamente diversa è la rabbiosa "Frankly, Mr Shankly". Mentre si passa immediatamente ai toni dimessi di "I Know It's Over": forse la cosa migliore mai scritta dal gruppo. Ma questo è anche il disco di "Bigmouth Strikes Again", "Cemetery Gates", "The Boy With The Torn In His Side", "Vicar In A Tutu", "There Is A Light That Never Goes Out" e "Some Girls Are Bigger Than Other". In definitiva vi ho citato tutta la tracklist. Come tutti i classici, infatti, è meraviglioso dalla prima all'ultima nota. Potrete non sopportare la voce di Morrisey ma questo disco è comunque da avere. Vi troverete a cantare liriche "scomode" senza che ve ne accorgiate. Da avere assolutamente magari assieme ad una raccolta dei loro singoli (l'americana "Louder Than Bombs" è l'ideale).
[Dale P.]
Canzoni significative: I Know It's Over, There Is A Light That Never Goes Out.
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