La prima cosa che salta all'occhio è parecchio demenziale: perchè si chiama Vol.3 quando è il quarto album?? Un altro fatto evidente, messo il CD nello stereo, è che gli Slipknot non sono diventati nè i King Crimson nè i Pink Floyd. Ma, certamente, non ci aveva mai creduto nessuno. E' vero però che la band di Des Moines dopo il passo falso di Iowa aveva bisogno di un rilancio: ecco allora la produzione di Rick Rubin e l'ennesimo cambio di maschere.
Ma quello che conta è la musica, cosa che con gli Slipknot passa sempre in secondo piano. Corey Taylor ha portato le esperienze con gli Stone Sour nella musica del gruppo madre. Ecco quindi voci molto più pulite e urla meno disperate. Questo dona molti più colori alle canzoni ma allo stesso tempo fa perdere parecchi punti in potenza.
Altra influenza Stone Sour deriva dalle ballate presenti nel disco. Non avete capito male. Ci sono proprio due pezzi alla "Bother". La cosa incredibile è che però suonano alla Slipknot e rendono il suono della band molto più complesso. Secondo me, la band, aveva bisogno anche di questo passo per rendere completo il proprio sound e per non annoiare l'ascoltatore.
Dentro Vol.3 troverete parecchie grandi canzoni, un po' di sorprese e più varietà del solito. I fan sicuramente apprezzeranno ma coloro che non li hanno mai digeriti non inizieranno certo adesso! Quindi il senso della recensione qual'è?? Nessuno, se per voi gli Slipknot sono i Blink182 del metal nessuno vi imporrà di ascoltarlo e criticarlo, altrimenti se avete mandato giù il precedente Iowa questo vi sembrerà un capolavoro.
[Dale P.]
Canzoni Significative: Pulse Of The Maggots, Duality.
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