Ogni tanto dall’Australia qualche gruppo di giovanissimi riesce a fare il botto (come lo fecero i Silverchair) e vedi oggi il caso dei Jet, Wolfmother e non per ultimi gli The Sleepy Jackson.
Attesi per la loro seconda produzione, ecco un disco davvero degno di nota.
Per chi ama un pop barocco, traboccante di cori, sovrarrangiamenti. Il suono che traspare in quest’opera è la perfetta coniugazione tra il Lennon di fine carriera (“Double Fantasy”, “Milk And Honey”) e i Mercury Rev. Luke Steele e la sua voce, sovra dosata di echo, (che imbarazzerebbe pure Brett Anderson dei defunti Suede) dal meglio di sè, mentre il gruppo ce la mette davvero tutta per farci credere di trovarci di fronte al “Pet Sound” del nuovo millennio e, ascoltando “Miles Away” e “Higher Than Hell” potrei anche pensarci. Le sfaccettature sono comunque molteplici e se in “Devil Was in My Yard” ronzano gli “scarafaggi di Liverpool” in “Play a Little Bit for Love” c’è profumo di Abba.
Ecco cotti 43 minuti di personalità e poco importa se uno era un ragno, uno era un uccello è comunque tutto fatto con “Steele”, pure il lavoro grafico davvero originale!
[Steliam]
Canzoni significative: Miles Away, Higher Than Hell, How Was I Supposed to Know?.
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