Le strade di internet sono infinite e non è raro imbattersi in band eccezionali che si muovono in contesti locali. I Sisteria vengono dall'Oklahoma, prodotti dalla Horton Records, una piccola label non-profit che si occupa di dare visibilità a band della zona. Una label come tante che ha nel roster band di ogni tipo, senza infamia e senza lode.
I Sisteria però hanno una marcia in più, talmente tanto che l'eco del loro disco d'esordio si sparge pian pianino in tutto il mondo grazie al passa parola degli appassionati.
Capitanata dalla carismatica Katie Williams la band (variegata e cangiante) dichiara di ispirarsi a Black Mountain, All Them Witches, Black Sabbath e Jefferson Airplane. Paragoni troppo pesanti? No. Anzi, c'è anche molto di più. Intanto un gusto sopra la media. Katie sa quando è il momento di lasciar parlare gli strumenti e far respirare i brani e allo stesso tempo sa farsi carico di trascinare una canzone con carisma e capacità tecniche. La sua voce è molto duttile e tra le sue pieghe sentiamo sia Grace Slick che il folk, il blues, l'americana e anche il funk (in "Winter Crow" ho colto anche sfumature black-gggrl alla Betty Davis).
L'organo hammond farà rizzare i peli degli ascoltatori più anziani ma c'è da dire che erano anni che non si sentiva usare in modo così convincente. Le chitarre gentili e una sezione ritmica perfetta soddisferanno le esigenze dei più raffinati.
Sisteria riescono a riassumere felicemente 55 anni di storia del rock, non dimenticando anche qualche strizzata d'occhio a band moderne retro futuriste (Witch, Kyuss, Sleep). Non c'è bisogno di aspettare un secondo disco per la conferma: fate vostro questo capolavoro. Purtroppo non di facile reperibilità in formato fisico dalle nostre parti.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
|