Quanto sono durati i Dry Cleaning? L'ottimo esordio dell'anno scorso entusiasmò un po' tutti grazie ad una frontwoman magnetica e una band non originalissima ma competente nel fare quello che dovevano fare (noise rock alla Sonic Youth). E' passato un anno ma sembrano secoli. Dopo di loro sono arrivate le Wet Leg che hanno ripreso la stessa formula spoken-word/canto scazzato ma buttandoci influenze più alternative-pop. Disco d'esordio non male ma neanche sta gran cosa. Ora arriva Sinead O'Brien che i più attenti hanno nel radar da parecchio tempo. Essenzialmente è l'ennesimo prodotto creato da Dan Carey (Fontaines DC, Wet Leg, Squid, Black Midi, Foals, Kae Tempest), vero e proprio generatore di trend post-punk, a cui la conturbante Sinead si è prestata molto volentieri. Spoken word su base... in questo caso direi inesistente. Non c'è l'elettronica di Kae Tempest (altro spoken artist, certamente il migliore di tutti), manca la malizia delle Wet Leg, manca tutto quello di bello che rendevano i Dry Cleaning ascoltabili pur essendo sulla carta di una noia mortale.
Ad essere onesti qualche bel pezzo c'è, soprattutto quelli sbilenchi che ricordano i Dry Cleaning ma per il resto siamo intorno ad un tentativo piuttosto becero di sfruttare un trend. Meglio allora affidarsi a Sleaford Mods, Billy Nomates, Benefits, English Teacher o, se volete puntare molto più in alto, ai vari progetti di Moor Mother.
[Dale P.]
Canzoni significative: Salt, End Of Days.
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