Al quinto disco i norvegesi Shining fanno il botto con un disco che definire esagerato e' un eufemismo: black metal, industrial, jazz, progressive, avanguardia mescolati in un calderone originale e sopra le righe.
"Blackjazz" e' un disco furbo ma allo stesso tempo ostico, capace di attrarre l'ascoltatore occasionale con brani dal forte impatto muscolare ma che graffiano grazie a stacchi vorticosi, scale impazzite e idee sbilenche. Il risultato e' in grado sia di eccitare che schifare chiunque venga approcciato tante le intuizioni qui contenute. Perchè se all'interno troviamo sonorita' vicine all'avanguardia noise nello stesso brano convivono riff squadrati e compressi degni dei Fear Factory o di certo groove-metal. Ma superata l'esagerazione a fini commerciali scopriamo "Blackjazz" per quello che e': un album certamente non perfetto ma capace di illustrare al 100% la musica attuale. Freddo, glaciale, in grado di lasciare senza fiato nel suo incedere senza sosta in riff storti, suoni alieni e scatti fuori dalle righe.
Su tutto il disco regna un senso di devozione ai King Crimson. Dalla cover finale di 21st Century Schizoid Man agli stacchi, le idee, i suoni che attraversano l'album. Quel senso di freddo calcolo tipico di Robert Fripp qua e' esaltato come se fosse suonato da una band di robot devoti al verbo cremisi. Più della follia alla Zappa, piu' della liberta' di John Zorn, piu' del riffing alla Enslaved. Come un Carboniferous suonato da una band vera, realmente metallara e capace di vendersi con credibilita' alle masse come nuova speranza del metal mondiale.
Se affrontato con la giusta mentalita' "Blackjazz" accontentera' sia i fan del piu' becero progmetal che quelli del noisecore (a tratti Orthrelm e Lightning Bolt non sembravano cosi' lontani) cosi' come potra' schifare entrambi. L'importante e' che non generi fastidiosissimi cloni.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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