I Sepultura ormai non fanno più parlare di sè. Da quando Max ha lasciato la band per formare i Soulfly tutto il pubblico dei brasiliani si è spostato sulla band più inutile degli ultimi 15 anni. Lasciando i Sepultura soli con Derrick Green, gigantesco cantante di colore di scuola hardcore.
E se i Soulfly mietevano successi su successi e dischi inutili dopo l'altro, fatti con lo stampino e comunque imparagonabili alla discografia dei vecchi Sepultura, i restanti membri dovettero farsi il culo quadro per riguadagnare da zero una base di fan. La cosa, devo ammetterlo, mi lascia perplesso e palesa una dannosa miopia del pubblico: persino nella musica estrema a contare (per il grande pubblico) è sempre e comunque il carismatico frontman.
Va da sè, che anche i Sepultura ci misero del loro iniziando a confezionare album di scarsa presa (ma non meno originali dei Soulfly) e di zero appeal commerciale. Il pubblico li abbandonò senza dargli tante possibilità (come se i Sepultura fossero una band qualunque) e iniziarono a sputare su ogni disco post-Max. Si perserò il notevole Roorback, di grande efficacia e superiore a molte produzioni più blasonate.
Nel 2006, dieci anni dopo Roots, ha senso parlare dei Sepultura? Sì, non solo perchè hanno l'ennesimo disco in uscita.
Il titolo, Dante XXI, rivela il concept album sulla Divina Commedia. Un grosso azzardo, che sinceramente, non ci interessa analizzare.
Il disco fin dall'inizio contiene degli spunti notevoli. A partire dalle sfuriate di "Darkwood Of Error" e "Convicted in Life" è indubbio che la band non ha perso lo smalto (ovvio, niente di paragonabile ad "Arise" o "Beneath The Remains") ed è ancora in grado di spaccare. Indubbiamente più interessanti risultano però i mid-tempos di scuola Neurosis. Splendido il crescendo enfatico di "Ostia", accompagnato da uno straziante violino e finito dalle urla disperate e sgraziate di Derrick.
Al contrario delle malevoci Igor è ancora in grado di spaccare, sostenendo da solo almeno metà del disco. Buone e strane le idee di produzione, e per fortuna non è presenta nessuna influenza terzomondista.
Probabilmente ho una strana simpatia verso la caduta dei Sepultura ma non riesco a capacitarmi come tutto il pubblico gli abbia girato le spalle. Per il sottoscritto è il secondo buon album di fila, notevolmente superiori agli ultimi banalissimi Soulfly. Per il prossimo mi aspetto un "ve l'avevo detto che sarebbero tornati".
[Dale P.]
Canzoni significative: Ostia, Darwood Of Error, Still Flame.
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