Le recenti ristampe ad opera della Beyond di Tribe e Above The Light, ignorando Crust e Lego, ci hanno portato ad attendere quest'album con grande apprensione. Da una parte l'ansia del fallimento, dall'altra la curiosità per la volontà del riscatto.
Riesumata una formazione stellare formata dal solito mastermind Tommy Talamanca (chitarra, tastiere) e accompagnato da Trevor (voce), Andy (basso) e Alessio (batteria), la band ha evidentemente studiato a fondo il passo da fare per il grande ritorno.
Un ritorno che oggettivamente soddisfa le attese. Tecnica sopraffina abbinata a musica delirante e assolutamente originale, al servizio di canzoni che funzionano e che bucano le casse.
Il problema, che non viene fuori da un certo tipo di ascoltatori che hanno incensato il disco col paraocchi, forse distratti dalla bravura dei musicisti, è che nel frattempo i Sadist sono cresciuti e si sente, e non lo interpreto come un bene.Maturità stilistica vuol dire minore urgenza, più freni tirati, più calcolo e meno rischio. E' così che la band che adoravo dei primi due album è più o meno la stessa ma come fosse ripulita, rivestita e resa presentabile. E' vero, si parla di un prodotto comunque di nicchia e questi discorsi suonano snob oltre ogni limite, ma mentre prima i Sadist erano un qualcosa di strano e unico, con delle atmosfere da brividi e delle costruzioni sonore fuori da ogni riferimento persino all'interno del genere (Death, Cynic, Pestilence) ora sembra che abbiamo scremato la propria proposta in un metal classico un po' gotico ma suonato da dei maestri di tecnica.
La scrematura ha tolto quello che rendeva il gruppo un'entità strana e oscura, togliendo fascino e mistero in nome della forma canzone e della maturità.
Resta il fatto che come avrete già letto ovunque questo "Sadist" è un disco spettacolare. Ma sappiate che non troverete quell'ansia che animava i primi lavori finendo per suonare "normale" pur non suonando niente di "normale..
Applaudiamo per il ritorno di una delle migliori band mai esistite in Italia, e incrociamo le dita per un successo degno della loro bravura.
[Dale P.]
Canzoni significative: Kopto, One Thousand Memories.
|