Ho sempre affrontato Lingua Ignota con la stessa dose di paura e rispetto, spesso rimandando o centellinando gli ascolti sapendo che sarei andato incontro ad un contenuto non proprio facile da digerire: la sua musica graffiante e disturbante non è di quelle che vorresti al fianco tutti i giorni come colonna sonora, anzi. A quanto pare è la stesso pensiero della sua creatrice che ha "ucciso" il progetto dopo tre dischi e un difficoltoso tour di addio. La musica espressa da Kristin nel suo precedente progetto era troppo. Troppo tutto. Troppo legata a momenti di vita che definire traumatizzanti è un eufemismo: è quindi la scelta più naturale abbandonare del tutto quei suoni e quelle sensazioni e lasciarseli in qualche modo alle spalle.
Tra i cultori c'era quindi tanta curiosità su cosa avrebbe proposto con il suo nuovo nick name. Per molti è stata una sorpresa l'ascolto della prima anticipazione "All Of My Friends Are Going To Hell", capace fin dal titolo di catturare l'attenzione dei fan: gospel, soul, blues mescolato ai Black Sabbath? Se tanti hanno gridato al plagio vocale di War Pigs probabilmente non sanno che quella linea è tipicamente ispirata al folk rurale degli Appalacchi (per darvi un consiglio veloce ascoltate la colonna sonora di "O Brother, Where Art Thou?"). Ovviamente non è una scelta casuale. Il testo è da film horror. Siete stupiti? Non conoscete bene Kristin.
Facciamo un passo indietro. Caligula. Tutti (o quasi) conoscono il meraviglioso secondo disco di Lingua Ignota. Ma vi consiglio di andare a spulciare il suo bandcamp e ascoltarvi il "The Caligula Demos", disco che avrebbe meritato l'uscita fisica e capace di rivaleggiare con la versione completa per intensità e bellezza. E già che siete su bandcamp puntate sulla cover di Jolene di Dolly Parton o sul brano "O Ruthless Great Divine Director". Il Reverendo Kristin c'era già. Pianoforte e voce. Poca elettronica. Tanto soul, inteso come passione.
Torniamo a "Saved!". L'album inizia con una registrazione rovinata, come un nastro ritrovato in una cantina polverosa di qualche casa abbandonata della Pennsylvania più rurale. Poi c'è "All Of My Friends Are Going To Hell" che continua a incasinare il cervello su cosa e come dovrebbe essere. Man mano che avanza, il disco prende sempre più forma, rivelando una forma spaventosa in cui sette religiose, predicatori televisivi (citati fin dall'artwork), salvezza, redenzione, morte e sofferenza diventano un unicum sonoro senza precedenti. Kristin ha studiato e vissuto la musica di molti decenni prima (dagli anni 70 in giù fino agli inizi del 900), ne ha ripreso la forma, il modo in cui veniva registrata e l'ha plasmata a suo modo. La sua voce e un pianoforte preparato. Qualche rumore. E lacrime. Sembra di sentire la presenza della Family di Charles Manson o del Reverendo Jim Jones. C'è il diavolo. Ci sono preti e personaggi assurdi. Fango e fieno. Candele e stufe.
E il finale. Quel finale che sembra uscito da "Berlin" di Lou Reed.
"Saved!" è un'opera d'arte, un disco che merita di essere studiato nei minimi particolari. Un disco che solo Kristin poteva concepire e far suonare in questo modo. Geniale. Doloroso. Necessario. Dopo la salvezza chissà cosa ci sarà.
[Dale P.]
Canzoni significative: There Is Power In The Blood, How Can I Keep From Singing.
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