I Red Fang sono senza dubbio dei simpaticoni e un'imperdibile macchina da live. I dischi, però, non sono certo annoverabili fra le pietre miliari della musica. Discreto il primo, buono il secondo (dove c'è la mitica "Hank Is Dead"), abbastanza trascurabili quelli dopo. "Arrows" continua nella tradizione dei dischi trascurabili. Nei cinque anni di silenzio la band non ha lavorato nè sul songwriting, nè sulla ricerca del suono ma ha deciso di proporre al proprio pubblico l'ennesimo canovaccio fatto di video divertenti e canzoni "ballabili". C'è da dire che l'iniziale "Unreal Estate" mi ha fatto subito ben sperare, suonando più Melvins degli ultimi Melvins. Tutto il resto del disco è però praticamente una variazione sul tema della band di King Buzzo ma con suoni brutti e canzoni che provano a far sculettare l'ascoltatore.
Se non ci fosse scritto Red Fang, nè Relapse forse saremmo a gridare al plauso di una band underground che prova a fare del noise/alternative rock mixato con lo sludge. Ma a) è pieno di band che il noise rock/sludge lo sa fare molto meglio (un nome a caso: Whores), b) c'è scritto Red Fang, c) c'è scritto Relapse.
Se siete fan con i paraocchi probabilmente lo adorerete ma, dispiace dirlo, "Arrows" è un disco che verrà dimenticato molto presto.
[Dale P.]
Canzoni significative: Unreal Estate, Arrows.
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