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Rage Against The Machine - Rage Against The Machine (Epic)

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Rage Against The Machine - Rage Against The Machine
Autore: Rage Against The Machine
Titolo: Rage Against The Machine
Etichetta: Epic
Anno: 1992
Produzione: Gggarth
Genere: rock / alternative / crossover

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




Prima del 1992 le band funk-metal avevano un sound che potremmo definire "anni 80". Nella seconda metà degli anni 80 Faith No More, Red Hot Chili Peppers, Living Colour, Dan Reed Network, Urban Dance Squad, 24-7 Spyz, Mucky Pup, Limbomaniacs, Scatterbrain portavano avanti un'idea semplice ed efficace: mescolare l'hard rock con il funk, slappando come i pazzi alla Bootsy Collins e con un sound di batteria prevalentemente "new wave". Questo funzionava anche per una manciata di band metal come Napalm e Mordred di cui si tessevano le lodi come eccezionali band d'avanguardia semplicemente perchè il bassista slappava in un paio di pezzi.

Nel 1991 il genere si svecchiò grazie a dischi come "Blood Sugar Sex Magik" dei Red Hot Chili Peppers, "Sailing The Seas Of Cheese" dei Primus e, soprattutto, per merito del singolo di Anthrax e Public Enemy "Bring The Noise", vero e proprio spartiacque del genere (e considerabile il primo pezzo proto "nu metal"). Il risultato di questo svecchiamento si avrà nel 1992 con l'uscita di dischi con un sound più moderno e "alternative": il primo dei Body Count (che in realtà non è funk metal ma c'era il rapper Ice T alla voce), "Angel Dust" dei Faith No More, "Stain" dei Living Colour, "Check Your Head" dei Beastie Boys. Ma uno in particolare mandò in pensione il vecchio sound "slap e chitarrina funky": l'omonimo esordio dei Rage Against The Machine. Il merito principale dei RATM è quella di essere una delle prime band anni 90 a suonare effettivamente anni 90.

L'idea in realtà arriva da molto lontano, in particolare dal brano "Super Stupid" dei Funkadelic tratta dall'album capolavoro dei Funkadelic "Maggot Brain" del 1971, ovvero 20 anni prima. In quel disco, ma in particolare in quella splendida canzone, il chitarrista genio e mai troppo citato Eddie Hazel mescolò riff hard rock Led-Zeppeliniani e suoni alieni alla Jimi Hendrix mentre il resto della band di George Clinton funkeggiava come i pazzi. Eh si: parlavano pure di rivoluzione.

Salto avanti di 20 anni ed ecco che Tom Morello, proveniente dalla scena proto-alt-metal di Los Angeles (da cui spunteranno i Tool) ed ex chitarrista dei Lock Up (un disco su Geffen, nel 1989) si unisce con Brad Wilk (batteria), Tim Commeford (basso) e, soprattutto, Zack De La Rocha cantante incazzato proveniente dagli hardcore Inside Out (un disco su Revelation, nel 1990) formando i Rage Against The Machine. Dopo aver registrato un demo di sette brani la Epic non si lascia scappare una nuova gallina dalle uova d'oro. Epic è praticamente responsabile di tutti i dischi multi mega milionari della prima metà degli anni 90 di qualsiasi genere dai Pearl Jam a Mariah Carey.

In studio GGGarth, che successivamente produrrà Melvins, L7, Surgery, Testament, Ugly Kid Joe, i criticatissimi dischi major dei Jesus Lizard e sarà uno dei padri del suono numetal grazie a Spineshank, Mudvayne, Kittie, Puya, Chevelle. Insomma uno che "quel" suono lo ha di fatto inventato. Al banco mix Andy Wallace, ovvero colui che le major amavano perchè rendeva radiofonici i dischi pesanti (avete presente "In Utero" dei Nirvana?). Al master Bob Ludwig, che era il non plus ultra nel suo lavoro fin dagli anni 60. Mettere insieme questi tre nomi fu determinante per creare un nuovo sound che rimarrà uno standard fino a che il numetal non busserà alla porta (diciamo con "Follow The Leader" dei Korn nel 1998 con la combo Toby Wright e Brendan O'Brien).

Ma quindi è tutta una questione di suono? Stiamo parlando di musica quindi si. Ma un suono che è perfetto per brani devastanti come "Bombtrack", "Take The Power Back", "Wake Up", "Freedom" ma soprattutto "Killing In The Name", "Bullet In The Head" e "Know Your Enemy" (con Maynard dei Tool) che suonano freschi e devastanti ancora oggi.

Il funk non è più nella sezione ritmica ma si sposta in quella melodica. Zack De La Rocha rappa con la potenza dei Public Enemy più arrabbiati e Tom Morello mima il sound dello scratch del dj grazie a invenzioni assurde alla chitarra. La sezione ritmica, invece di slappare e funkeggiare stupidamente (uso questo aggettivo perchè le band rock facevano letteralmente le stupide con la scusa del funk) facendo smorfie e salti era quadrata e precisa, senza tanti orpelli. I riff di basso erano ipnotici e la batteria non si perdeva in inutili virtuosismi che avrebbero fatto perdere il tiro. Tiro che era tutto nelle mani di Zack e Tom, che portavano avanti anche la visione politica della band, altra innovazione all'interno di una scena in cui si parlava quasi esclusivamente di roba buffe. Gli anni 90 vendono infatti un cambio di rotta lirico rispetto al decennio precedente: non più storie di divertimento forsennato ma testi intimisti e impegnati ispirati in qualche modo dalle band hardcore e "anti-hardcore" (Scratch Acid, Minor Threat per prendere due esempi abbastanza agli antipodi).

In sintesi il primo dei Rage Against The Machine ribaltò il mondo musicale come un calzino grazie ad una visione dritta al punto dei membri della band. Purtroppo i dischi successivi saranno, per forza di cose, meno ispirati. "Evil Empire" arrivò dopo ben quattro anni dall'esordio senza lo stesso straordinario songwriting del primo. Anche in questo caso il team di produzione era notevole: Brendan O'Brien, Nick DiDia, Andy Wallace e Bob Ludwig. Team che sarà confermato anche nel terzo "The Battle Of Los Angeles" del 1999. Carino, ma superato a destra e sinistra da un mondo musicale che sfornava rivoluzioni ogni settimana. Il canto del cigno arriva con "Renegades", raccolta di cover di artisti fondamentali per la visione politica (che aveva preso il sopravvento) e musicale della band. Stranamente non ci sono i Funkadelic, forse per non farsi sgamare troppo, ma troviamo Afrika Bambaata, Cypress Hill, EPMD, Eric B e Rakim per la parte hiphop; Devo, MC5, Stooges, Bob Dylan, Rolling Stones, Bruce Springsteen per quella rock e solo i Minor Threat per quella hardcore. Una raccolta po' scaltra ma che servì al suo scopo: far conoscere nuova musica ai giovani e a dare in pasto nuove canzoni ai propri fan.

Ma era ormai ovvio che la band non avesse più molto da dire.


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