Cosa dire di questo album che non sia stato detto? Considerato da più parti come il disco più significativo degli ultimi anni (ma onestamente quelli che lo hanno scritto sono stati depennati dalla lista dei critici: quanti dischi ascoltano mediamente?), allo stesso modo provoca sensazioni di disgusto e perplessità.
La verità? Questa volta non sta nel mezzo. Il disco, lo diciamo subito per evitare fraintendimenti, è un capolavoro. Ma certo, magari aiutati dal senno del poi, non è questa pietra miliare della musica moderna. E' semplicemente un parto intelligente di una band fino ad allora parecchio modesta orientata su un brit-rock di maniera.
La svolta di Tom Yorke e soci quale è? Quella di inserire nel consueto tappeto di melodie facili (ma mai banali) e di chitarre di ispirazione grunge un po' di barocchismo prog. E lo sentiamo subito. Il riff di Airbag sembra una versione semplificata dei King Crimson. O la costruzione di Paranoid Android è un palese tributo a "Bohemian Rapsody" dei Queen. L'aspetto da nerd sfigati ce li rende più simpatici rispetto agli Yes, magari li avvicina al mondo indie (forse in USA certamente non in Europa), ma niente ci toglie dal pensiero che i nostri stanno pensando al pop in ottica prog (che per molti snob vuol dire "spazzatura").
Ecco che un titolo come "Ok Computer" ci distrae facendoci pensare alla modernità. Niente di più sbagliato. La modernità verrà plagiata nel successivo "Kid A", qua dentro potremmo essere tranquillamente negli anni 70.
Apprezziamo però il grande lavoro dietro a questo disco, i suoni (invero non perfetti), i particolari ma soprattutto le canzoni: vere protagoniste del disco.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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