"Accelerate". I Romani dicevano "nomen omen", noi diciamo "era ora".
I R.E.M. tornano alla ribalta con un disco che pochi si aspettavano ma in cui molti, in fondo, speravano: dopo alcuni anni caratterizzati da lavori tutto sommato tranquilli, pacati e ragionati, Michael Stipe e soci riscoprono il piacere di alzare il volume dei loro strumenti e suonare senza fronzoli.
Il risultato è questo album di 11 tracce e poco più di mezz'ora di musica in cui la band ripresenta certe chitarre arrembanti e orgogliose che non sentivamo dai tempi di "Monster", e una batteria che, dall'abbandono di Bill Berry, non era mai stata così viva e presente; il basso di Mike Mills si fa notare quanto mai prima, liberato nelle impertinenti ritmiche del nuovo platter, e la voce di Stipe, allegra e sostenuta, si rivela quanto mai convinta di star facendo la cosa giusta, divertente e divertita.
E' un disco, questo, che trasuda voglia di suonare e suonare e suonare; la tracklist scorre piacevole e veloce, tra un inizio al fulmicotone (l'opener "Living well is the best revenge", "Man-sized wreath" e il singolo "Supernatural superserious") che si infrange sulla splendida "Hollow man", un continuo rimando tra chitarre e piano, e un finale altrettanto movimentato con "Horse to water" e "I'm gonna DJ" (forse tra i pezzi più rock di tutta la storia dei R.E.M.); nel mezzo ballads dal sapore folk ("Houston", "Until the day is done") e mid-tempo liquidi e rilassati ("Mr. Richards" e "Sing for the submarine"), con la title-track, elettrica quanto basta, a fare da opportuno spartiacque per un lavoro che, abbandonati in parte i temi politici, l'impegno, la razionalità, riscopre invece l'istinto, il movimento e la magia del rock'n'roll. a quasi 30 anni di carriera non è poco.
In definitiva, i R.E.M. sembrano essere tornati a sentire la necessità di dire "Hei, ci siamo anche noi!". Tralasciando i soliti e abusati (ma tutto sommato giusti) discorsi sui bei tempi andati che non torneranno mai, questa ventata di ritmo è forse la miglior cosa uscita dalle teste del trio di Athens dai tempi di "Up", e si piazza di diritto tra le soprese discografiche del 2008.
[Sabagod]
Canzoni significative: Living well is the best revenge, Supernatural superserious, Hollow Man, Horse to water, I'm gonna DJ.
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