Dalla sua uscita ho ascoltato "Monuments To Impermanence" decine di volte eppure non sono ancora riuscito a metterlo perfettamente a fuoco. Ed entrambi sono ottimi segni: spesso la longevità di un disco appena uscito si consuma nelle prime ore o al massimo nei primi giorni salvo affievolirsi con il passare del tempo. In più la comprensione immediata di un disco ne toglie spesso lo stimolo mentale di studiarlo, capirlo, trovarne appigli.
L'esordio dei Pyrithe, trio di Pittsburgh, è cervellotico eppure di grande impatto. Loro si definiscono Progressive / Experimental Sludge e in effetti vengono da quello splendido mondo in cui il metal e l'hardcore si fonde generando uno strano ibrido molesto e ne aggiungono elementi progressivi e direi anche post metal e black metal. Pensate ad un calderone in cui si uniscono Mastodon, Kylesa, Lesbian (ve li ricordate? erano fantastici!), Isis, Neurosis e altre diavolerie assortite.
Aiutati da un discreto numero di collaboratori (tra cui la loro prima cantante Vicky Carbone) i Pyrithe confezionano un album che porta finalmente una boccata di aria putrida nell'ambiente particolarmente stagnante del genere e, lo dico senza timore di smentita, sarà nella top dei dischi dell'anno.
Prendete tutto il tempo che vi serve per amarlo: non ve ne pentirete!
[Dale P.]
Canzoni significative: In Praise Of The Enochian Trickster, Earthen Anchors.
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