Uno degli esordi più ostici, incredibili e memorabili della Storia Del Rock.
Un disco che ti lascia a bocca aperta e con il pacco in mano, almeno a me ha fatto questo effetto.
Qui dentro sono centrifugati i suoni più disparati e insulsi, con una consapevolezza e una maestria che rasentano il grottesco. Già, è tutto molto folle e inafferrabile qui dentro.
I suoni invocano pietà e agitando disperatamente e confusamente le mani verso l’ascoltatore chiedono la redenzione, chiedono di uscire da questo limbo perverso.
Ma cosa può fare l’ascoltatore? Niente. Un bel niente.
Scariche micidiali e oggetti contundenti arrivano addosso ai malcapitati desiderosi di ascoltare “Y”. Perché? Non è una domanda, è il titolo.
Tra i più politicizzati (impregnati di marxismo) del Post Punk britannico, insieme a Scritti Politti e Gang of Four, i Pop Group sono i più violenti nel denunciare l’imputridirsi del pianeta in cui viviamo e scopiamo, quando ci capita. Non a caso uno dei loro pezzi più celebri si intitola “We are all prostitutes”; Siamo tutti delle (grandissime) puttane.
Detto questo non mi rimane altro che consigliarvi di procuravi “Y”, ficcarlo nel vostro piatto e mandare vaffanculo il mondo.
Dopo l’attacco di “She is beyond good and evil” nulla sarà più come prima. Saranno cazzi vostri.
[Dani Mani]
Canzoni significative: tutte.
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