Non so se questo si possa definire post-hardcore o black metal o noise. Sicuramente è tutte queste e tre cose insieme. E ancora più sicuramente è un disco che non va giù come l'acqua. Ad un cliente a cui li ho consigliati mi è stato risposto "bello, qui c'è del disagio". E mi viene in mente quel disagio senza senso dei Today Is The Day in cui non è importante quello che veniva suonato, ma che il nostro cervello percepisse quanto faccia schifo il mondo.
Dicevo quindi: post-hardcore nelle urla e nelle dissonanze (un po' tipo Converge quando non pensavano al fondo cassa), black metal nella violenza sparata sulla faccia, noise dal casino senza senso. Ma anche industrial dall'approccio tagliente e metronomico. E l'avantgarde perchè fondamentalmente qui dentro succedono cose mai sentite prima. "Rien ne suffit" fa male. Alle orecchie che malediranno la vostra tendenza a mettervi in cuffia roba di questo tipo. Al cervello perchè vi metterà di cattivo umore come un malanno in una posizione scomodissima. Nella malaugurata ipotesi che lo mettiate a tutto volume in casa i vicini vi malediranno per sempre. Insomma i Plebeian Grandstand sono dei maestri nel fare schifo e "Rien ne suffit" è tra i dischi più necessari del 2021. Un vero e proprio viaggio nella follia.
[Dale P.]
Canzoni significative: Angle Mort, À droite du démiurge, à gauche du néant.
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