I Pig Destroyer fanno parte di quello striminzito manipolo di pochi eletti capaci di calpestarti il cranio per l'intera durata di un album. Non paiono accusare mai cedimenti, la loro furia belluina e morbosa è difficile da arginare, e sembrano davvero la trasposizione in suono di un disturbo neuropsichiatrico.
A tre anni da “Terrifyer”, prova di grande spessore nello scibile grind-core “evoluto”, il “Porco Distruttore” si lancia nuovamente all'attacco verso le nostre giugulari con l'ennesimo viaggio tra gli orrori di una mente malata e perversa. “Phantom Limb” fa il punto sullo stile del gruppo e non sposta sostanzialmente i confini di un genere che, dopo la prematura scomparsa dei Nasum, non ha ancora trovato degli eredi all'altezza. Il piglio e l'impeto delle chitarre sono efferati, il sangue trasuda da ogni elettrone e si staglia su dei tracciati ritmici variegati in cui il tipico blast-beat da tachicardia grind-core si alterna a più ragionati ma nel contempo complessi mid-tempo. J. R. Hayes, vocalist dell'allegra combriccola, sbraita come fosse posseduto, digrigna in preda a raptus omicidi. Non vi è traccia di quell'atmosfera ai limiti con gli spasmi respiratori tipici dell'industrial di “Terrifyer”, l'approccio è qui più smaccatamente rock, ma non pensiate che i quattro della Virginia allentino anche solo per un secondo la morsa intorno al vostro cervello.
Si permettono persino di giocare con lo stoner in “Heathen Temple” e di plasmare molte delle caratteristiche del death metal e dello speed-thrash a proprio piacimento, facendo di questa capacità di elaborazione uno dei punti di forza del loro malevolo stile. Quando si giunge al capolinea, tutt'intorno giacciono sparpagliati cumuli di resti umani dai quali si innalzano putridi fumi di decomposizione avanzata. Bisogna ammettere che i Pig Destroyer sono uno tra i gruppi più spietati in circolazione.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Loathsome, Heathen Temple, Phantom Limb, Girl In The Slayer Jacket.
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