I Pelican pur essendo uno dei nomi più rispettati del genere post-metal hanno sempre avuto alcuni difetti strutturali: il non aver mai raggiunto gli apici degli esordi e non essere enfatici quanto i loro colleghi. Mentre il primo è inevitabilmente un difetto, il secondo dovrebbe essere un pregio. Peccato che l'enfasi sia uno degli ingredienti principali del genere, quasi quanto l'effetto mandolino sulla chitarra, che i Pelican preferiscono accantonare in favore di riff heavy rock. Per questi motivi negli anni si sono creati una loro nicchia, probabilmente meno numerosa e trend dei fan dei Cult Of Luna e degli Amenra ma, per chi scrive, più sincera e stimolante.
Il loro incedere è dinamico ma mai rilassato, sempre su tempi da headbanging stoner, in grado di trascinare la mente dell'ascoltatore in paesaggi solari e piacevoli. Può sembrare forse un paragone azzardato ma le loro influenze sludge le trovo più vicine ai Karma To Burn che agli Isis, così come accadeva nell'ormai lontano "Australasia" a cui questo lavoro si avvicina stilisticamente. Benchè sia un disco nato sotto presagi di morte (l'album è dedicato a Jody Minnoch dei Tusk, deceduto nel 2014 e a William Stanley Thomas, papà del chitarrista Dallas) "Nighttime Stories" è un disco caldo e avvolgente e segna il graditissimo ritorno di una band un po' sfortunata e sottovalutata.
Al banco di regia troviamo i maestri Sanford Parker e Matt Bayles. L'artwork è ad opera di Aaron Turner. Produce Southern Lord. Servono altre parole?
[Dale P.]
Canzoni significative: Cold Hope, Arteries Of Blacktop.
|