Se c'è una band che negli ultimi anni non ha mantenuto le promesse questi sono i Pelican. Per la verità fin da subito si sono rivelati chiaramente più abili nel medio metraggio piuttosto che sull'obbligo di superare i quaranta minuti di un album, ma la band di Chicago sembrava dovessere essere la "next big thing" da inserire vicino a Neurosis e Isis e, invece, con il tracollo sonoro del genere i nostri sono stati i primi ad andare a picco, complice anche una preparazione tecnica a tratti disarmante che dal vivo pregiudicava la semplice fruizione musicale in favore di sigarette all'aria aperta.
La band di Australasia si gioca il jolly finale firmando per la Southern Lord e preparando il terreno con un EP di tre pezzi con brani dalla durata neanche troppo sfibrante.
"Embedding The Moss" ci tranquillizza con riff compressi e paludosi e il classico incedere post (quello tanto caro anche ai nostrani Lento). Headbanging stoner e tanta goduria. Purtroppo l'inciampo è alle porte con "Ephemeral": niente di nuovo sotto il sole e skip futuro. Ci si risolleva con la cover degli Earth di "Geometry Of Murder" presente i Sunn Amps And Smashed Guitars. Ospite di lusso proprio Dylan Carlson che regala al brano un aurea di imperdbilità per tutti i fan e i curiosi. Ma sembra quasi un salvataggio in corner a tavolino.
In sintesi, dato che si tratta di venti minuti di musica, ci troviamo di fronte ad un EP onesto, ben lontano dai fasti degli esordi ma ben meglio delle ultime uscite. Rimane il rammarico di una band che senza le amicizie importanti troverebbe difficoltà a trovare uno sbocco, che in passato ha saputo brillare ma adesso suona troppo "normale" e prevedibile. Se, per dire Dylan Carlson suonasse in un disco dei Vanessa Van Basten ne uscirebbe fuori un miracolo.
Uscito solo in vinile 12".
[Dale P.]
Canzoni significative: Geometry Of Murder, Embedding The Moss.
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