Fremevo nell'attesa di questo nuovo album dei Pecksniff. Il precedente "Elementary Watson" è uno dei dischi più illuminanti degli ultimi anni. Lo-fi indie rock suonato con strumenti casuali (spesso giocattoli), incuranza delle norme più elementari di melodia e accordatura, precisione e tecnica. Eppure è entrato nel cuore di tutti coloro che lo hanno ascoltato (pochi presumo).
Il quarto album, il primo per Black Candy e distribuito da Audioglobe (quindi non avete più scuse) mi incuriosiva anche per la produzione. L'album, infatti, è stato registrato e mixato dai due Breakfast Maurice e Enrico, tra le menti più illuminate del pop trasversale tricolore.
Se il primo "Elementary Watson" si perdeva tra citazioni Pastels / Pavement, in "The Book Of Stanley Creep" entrano in gioco nuovi nomi e suoni. E' la psichedelia dei primi Mercury Rev (quelli belli rumorosi di "Yerself Is Steam" e "Boces"), dei Flaming Lips giocosi e pacchiani, il gusto della sorpresa dei dEUS e la perenna stonatura di Stephen Malkmus.
"The Book Of Stanley Creep" risulta quindi un gioiello di "pop spontaneo", un'evoluzione del precedente e una bella carta da giocarsi presso il pubblico che non si è ancora accorto di loro.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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