I Pecksniff pur essendo in continua crescita verso riscontri di pubblico e di critica sono arrivati al difficile terzo album. E decidono di arrivarci barando, ovvero sfruttando il periodo propizio verso un certo tipo di indie rock. Sono sicuro che in tempi diversi "Honey, You're Murdering Me" sarebbe stato decisamente diverso.
Invece la band, giustamente, tenta di capitalizzare o semplicemente di fermarsi, in attesa di tempi migliori per fare un passo avanti. O, semplicemente, la band non è riuscita a fare il tris.
Persa la naivitè di "Elementary Watson", di cui non smetteremo mai di tesserne le lodi, perso l'intento di crescere con "The Book Of Staley Creep", i Pecksniff mettono in luce i loro difetti che fino a questo momento rimanevano nell'ombra delle numerose idee.
Certo, c'eravamo già accorti che non sapevano nè cantare nè suonare. Ma vuol dire che la band ce la dovremo tenere sempre così? Con linee vocali praticamente uguali brano su brano e mono-tono alla ricerca della stonatura palese con il consueto controcanto della dolce mamma che ha finito di cucinare la torta?
Ribatterete giustamente che sono gli ingredienti Pecksniff. Ingredienti che comunque confezionano un album discretamente godibile con qualche idea geniale ogni due o tre brani (quando nell'esordio il ritmo delle idee era costante) e una buona manciata di discrete canzoni.
Il mio sogno sarebbe che la band mostrasse volontà di crescere e migliorarsi per dare un senso alla pubblicazione di un album. Se non lo farà ho paura che avremo decine di "Honey, You're Murdering Me", ovvero album da ascoltare una volta ogni tanto per ritrovare il buonumore e rimettere via...
[Dale P.]
Canzoni significative: I Learn The Love, Funny Lips.
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