Vitalogy esce in momento delicato per la band. Il mondo musicale ha subito il trauma della morte di Kurt Cobain e molti sono pronti a giurare della fine analoga di Eddie. Compreso Eddie. Ne viene fuori un disco triste, depresso, disperato e inquietante. Lo svilupparsi del disco lascia un senso di angoscia negli ascoltatori. Eddie non vuole più comunicare con il resto del mondo e si chiude in sè stesso. Spara a zero contro tutti quelli che non amano la band ("Not For You") ma che cercano di specularci sopra. Ricorda Kurt Cobain ("Immortality", ma lo spettro aleggia un po' ovunque) e scrive un'ode al vinile ("Spin The Black Circle"). Il delirio arriva sicuramente alla fine: "Stupid Mop" è un collage di suoni e conversazioni al limite dell'ascoltabile con frasi di pura disperazione e delirio. La disperazione dei ragazzi non è una posa: di fronte a certe cose non si rimane impassibili. Il disco, ci offre però, alcune delle pagine più ispirate della band. "Nothingman" e "Betterman" (risalente ai tempi dei Bad Radio) sono ballate magistrali, "Corduroy" (altra invettiva contro il successo), "Last Exit" e "Not For You" sono splendide canzoni rock. Non stupiscono stranezze come "Pry To" (con il testo "P-R-I-V-A-C-Y- Is Priceless To Me"), la waitsiana "Bugs", lo strumentale "Aye Davanita" e le numerose, stranianti, code delle canzoni. Impossibile rimanere impassibili di fronte a tutto questo. E anche di fronte al booklet, vero e proprio libro in miniatura che, dimenticandoci dell'altissima qualità musicale di Vitalogy, meriterebbe da solo l'acquisto dell'album.
[Dale P.]
Canzoni significative: Immortality, Betterman, Nothingman, Whipping.
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