Guardare la copertina di Power Metal porta solo ad una convinzione: omonimia. Il logo non c'entra niente, le facce non sono molto conosciute. Poi metti il disco e pensi: "ho proprio sbagliato, questi non sono i Pantera veri!!". Falsetti, cori anni 80, produzione poverissima. Ma soprattutto, quello che canta, non può essere Phil Anselmo. Sì sì è lui!! Allora, il senso di procurarsi ora questo disco (che qualche soldo li vale al mercato collezionistico, non essendo stato stampato in CD!), è quello di ascoltare le intuizioni non ancora a fuoco. Perchè nel calderone Iron Maiden-Judas Priest-Motley Crue-Megadeth ci trovate anche i prodromi di quello che sarà il "Pantera-sound". Sono solo 2 anni prima di "Cowboys From Hell", il primo grande disco della band. Ascoltate cosa può fare un Anselmo appena ventenne innamorato dell'heavy metal. Voce incredibile, per quanto ogni tanto risulti un po' ridicola (pensando a come canta adesso!). I riff, invece, non sono ancora quelli mastodontici che cambieranno la storia del metal ma danno la paga al 90% dei gruppi di quel periodo. La mediazione perfetta fra i due periodi si sublima nella splendida "We'll Meet Again", in bilico fra periodo glam e thrash. Il difetto principale del disco risiede nella produzione terribile e nell'inesperienza del giovane Anselmo (che cerca di scimmiottare tutti i cantanti metal!) ma, soprattutto, nel paragone con quello che verrà dopo. Chi dice che una band brucia tutto nell'esordio?? I Pantera riusciranno a smuovere il mondo musicale solo dal quinto disco - "Cowboys From Hell" (ricordiamo gli esordi con il cantante Terry Glaze: Metal Magic, Project In The Jungle e I Am The Night) e a convincere tutti della loro grandezza dal sesto - "Vulgar Display Of Power". Qua dentro ci sono i semi di quella grandezza.
[Dale P.]
Canzoni significative: We'll Meet Again, Proud To Be Loud, Power Metal.
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